Sud America | La fine di una spedizione… lunga un anno!

In lockdown tutto quello che vedi e tutto ciò che senti ha una diversa dimensione. Ti trovi da solo, in un silenzio assordante, nella speranza di svegliarti da un brutto sogno.
Seguo con preoccupazione tutto ciò che accade nel mondo, con particolare attenzione al “nostro” Sudamerica che custodisce, spero con le dovute cautele, i nostri veicoli rimasti in affidamento al Seminario San Jeronimo di La Paz.

Il primo tentativo di riportare a casa i mezzi

Don Pablo, rettore dell’istituto, ci rassicura periodicamente sull’andamento delle cose, anche se la fine dell’allarme sanitario è ben lontano. L’estate del 2020 trascorre tra momenti di ottimismo e catastrofismo. La cosa certa è che questa pandemia che davano per morta è tutt’altro che defunta, anzi, all’inizio dell’autunno inizia a risorgere con forza inaspettata.
Inizio le trattative con lo spedizioniere di La Paz che prima della partenza ci aveva assicurato una spedizione facile e veloce. Purtroppo così non è, e la signora Karen, il primo responsabile transitario contattato, dopo settimane di mail, chat e scambio di dati confessa di non essere in grado di effettuare l’operazione. È una grande delusione, trovare un altro professionista che possa concludere questa sofferta rimessa in questo momento particolare non sarà affatto facile. Pensiamo così di rivolgerci al transitario cileno che ci aveva offerto un ottimo servizio nel viaggio di andata e ci troviamo così in contatto con il Sig. Nina, sempre di La Paz. Il suo preventivo è si veloce, ma dalle tariffe applicate ci rendiamo conto che probabilmente ci sta prendendo “per il collo”. L’unico fattore positivo è che finalmente veniamo a conoscenza di quali sono i documenti necessari per il trasferimento dei mezzi, e non sono affatto pochi: copia autentica della carta di circolazione, passaporto, documento di ingresso in Cile, documento di ingresso in Bolivia e Poder Notarial, ovvero delega in lingua spagnola, con cui autorizziamo il Sig. Nina ad effettuare il lavoro per nostro conto.

Nel frattempo che cerchiamo un’offerta economica migliore, ci adoperiamo per procurarci tutti i documenti necessari: la miglior soluzione sarebbe quella di farci rilasciare quanto richiesto dall’ambasciata di Bolivia a Roma, ma dobbiamo prima verificare la fattibilità. Prendo un appuntamento con il responsabile dell’ufficio consolare e questa volta siamo fortunati davvero: il notaio acconsente a stilare tutta la documentazione e soprattutto gratuitamente!!!

Realizzo così una prima copia della documentazione necessaria che invio per conoscenza al Sig. Nina, in modo da valutarne la validità, ed attendiamo qualche giorno per l’esito che torna positivo! È fine settembre e la dogana boliviana ha riaperto l’attività da appena un mese. Possiamo muoverci, ma il preventivo di Nina rimane troppo alto. Così, attraverso un contatto a Napoli, riusciamo ad interpellare un terzo spedizioniere a La Paz che ci invia un preventivo rassicurante, sospettosamente rassicurante…
Il prezzo che ci viene offerto è veramente allettante, circa il 30% in meno rispetto al primo preventivo, e l’esperienza ci ha sempre insegnato che quando il prezzo è troppo basso dietro si nasconde sempre una fregatura. Ma abbiamo alternative??? Non credo. I nostri mezzi sono fermi in Bolivia da quasi un anno e se li vogliamo recuperare dobbiamo accettare anche qualche rischio. Patricia, transitaria della Inbolcargo, ci invia un preventivo dettagliato (diversamente dal Sig. Nina che alla voce “dettaglio” aveva indicato solo il prezzo finale) completo dei tempi necessari per il riempimento dei container, modalità e data di arrivo in Italia. Lo accettiamo e ci organizziamo per redigere tutti i documenti necessari.
In ambasciata di Bolivia ci danno piena disponibilità, ma hanno molto lavoro e rinviano le procedure delle nostre pratiche di due settimane. Siamo ad ottobre e forse riusciremo a prendere la nave che parte da Arica (Cile) la prima settimana di novembre. Ma non abbiamo fatto i conti con il nuovo lockdown e che è richiesta la presenza di tutti gli interessati per la firma dei documenti.

Una piacevole parentesi

Prima che l’Italia richiuda ancora, a metà di ottobre riusciamo a partecipare al corso di off-road presso l’accademia di Honda Italia nei pressi di Piacenza, un’esperienza entusiasmante ed interessante che mi sento di consigliare.

Il miraggio della nave di dicembre

La firma per i documenti in ambasciata di Bolivia a Roma è fissata per il 2 di novembre e sono presenti: Marco M, Davide, Valter, Richard, Marco V ed Egidio, con Eckart ed Erhard che per questa firma hanno attraversato mezza Europa. È commovente rivedersi tutti insieme dopo l’avventura sudamericana, ma non abbiamo a disposizione molto tempo per i ricordi, il lockdown è alle porte e bisogna tornare rapidamente a casa. Celestino preferisce rimanere in Spagna ed affidarsi ad un notaio in Barcellona, per lui venire a Roma sarebbe stato troppo oneroso e forse impossibile.
La partenza della nave è ora fissata per il 5 di dicembre 2020, sempre da Arica e questa volta dovremmo farcela. Torno a prendere i documenti in Ambasciata dopo tre giorni, ma ho una brutta sorpresa: tutti i “poder notarial” sono errati, sono stati intestati al Sig. Nina e non alla Inbolcargo di Patricia come avevo per tempo segnalato. Tutto da rifare ! Altri tre giorni di attesa, ed al ritiro dei poder Valter evidenzia altri errori formali inerenti i numeri di targa, telaio etc. Un disastro, la nave del 5 di dicembre è sempre più un miraggio. La responsabile dell’ufficio notarile si scusa ed in un giorno ci riconsegna i documenti questa volta corretti. Spedisco velocemente il plico ma arriva a La Paz in ritardo quando la nave ha già tolto gli ormeggi da tempo.

Da ONLUS a ETS

Mentre Patricia fa validare i poder presso l’ufficio competente, mi devo dedicare con la massima urgenza agli adempimenti di legge per il Terzo Settore che prevede la trasformazione della nostra ONLUS in ETS. Questo implica la registrazione dei verbali redatti il 31 ottobre scorso nel corso dell’assemblea ordinaria, che si è tenuta virtualmente attraverso la piattaforma ZOOM, con la quale abbiamo aderito alla nuova posizione. Riesco a registrare presso l’Agenzia delle Entrate il nuovo statuto nei tempi stabiliti, un grande risultato considerati i tempi stretti in cui abbiamo operato.

La Paz, dicembre 2020 | Iniziano le operazioni di carico per la spedizione dei mezzi

Ce la faremo stavolta?

Nuovo importante appuntamento per la partenza della nave da Arica fissata per il giorno 17 dicembre : riusciranno i nostri eroi a caricare il tutto per tempo ? No! Al controllo dei poder notarial l’ufficio preposto si è accorto di almeno altri tre errori formali che ci erano sfuggiti e per questo motivo ci sono delle dichiarazioni da rielaborare e così diciamo addio alla nave del 17. Intanto la dogana boliviana solleva altre problematiche, tra cui la più curiosae che sintetizzo: le valigie lasciate nei furgoni che contengono effetti personali, cioè mutande calze pantaloni ecc., non possono viaggiare nello stesso container dove viaggiano le moto. A volte è molto difficile comprendere il senso delle cose. Ma anche in questo caso siamo fortunati: grazie ad una nota verbale dell’ambasciata italiana a La Paz, che illustra le motivazioni di questo trasferimento di veicoli e cose, riusciamo a superare l’ostacolo.

Il giorno 17 e 18 vengono finalmente riempiti e chiusi i container ed avviati verso la sospirata meta in Cile: il porto di Arica. La strada che porta sul mare è fantastica, ho avuto modo di percorrerla nel 2007 e ancora porto nella mia mente quelle immagini. Fuori da La Paz si percorre un tratto di deserto che sale fino a 5000 m slm. Lì si trova la frontiera con il Cile: un paesaggio lunare caratterizzato da piccoli laghi e migliaia di fenicotteri che quando prendono il volo colorano il cielo di rosa. Da qui attraverso le montagne una strada tortuosa scende fino al mare: un’emozione unica, una delle più belle strade che io abbia mai percorso.

Ma non poteva filare tutto liscio. No proprio no. Il lunedì stesso Patricia mi avvisa che i nostri due container sono stati selezionati per una ispezione, vale a dire una perquisizione completa. Mi chiedo come mai la dogana cilena non si fida del lavoro svolto dalla dogana boliviana che ha appena controllato e chiuso i due container con del materiale che era fermo nel paese da circa un anno. Provo a darmi una spiegazione: non credo tutti sanno che le perquisizioni dei container, mi riferisco alle spese per effettuarle, sono a completo carico del proprietario del container, cioè noi. Vale a dire che aprire e vuotare un container per un controllo è lavoro per chi lo fa e costo per il proprietario. Nel 2018 a Napoli abbiamo subìto una verifica da parte della dogana e la sola verifica di un numero di targa su una nostra moto ci è costato 600 euro. I cileni saranno più economici?
Vuotare completamente un container e procedere ad un nuovo rizzaggio ha un costo non indifferente e sono in stretto contatto con Patricia per capire a cosa andremo incontro. Non passa neanche un giorno che ricevo la documentazione completa della perquisizione: i container svuotati, i furgoni passati ai raggi X e tutto il materiale ispezionato dai cani antidroga. Esito della perquisizione negativo. Costo complessivo 900 $ più nuovi sigilli per 70. E già, questo nuovo balzello ci mancava.
Siamo finalmente pronti per la partenza del 26, ora davvero non ci dovrebbe essere più nessun ostacolo tra noi e la nave Megalopolis che cullerà le nostre motociclette fino al Canale di Panama. La Laura Maersk continuerà il tragitto fino ad Algeciras e sarà poi la Arkansas a raggiungere il porto di Napoli per il 17 febbraio del 2021.

Come chiudiamo questo 2020?

Ne sono state dette molte su questo anno complesso e per tanti versi funesto. Noi di MFP siamo riusciti a realizzare una nuova missione, importante per le comunità che abbiamo visitato. Il lavoro dei missionari nel mondo, encomiabile e vitale per molte realtà, merita di essere supportato. Ma ora la missione che abbiamo davanti sarà la più impegnativa: uscire al più presto da questa terribile pandemia per tornare a vivere.