Gli anonimi della fede di Puerto Madryn

La prevista escursione alla penisola Valdez non si può fare.
Tempesta, vento acqua e fulmini, uscire in moto sarebbe una follia. Un piccolo gruppo di temerari col Daily riesce ad arrivare a Porto Piramide, ma rimangono bloccati la, il maltempo non gli consente di attraversare la penisola. Io rimango in relax con Celestino e Marco a pianificare le tappe successive.

Alle 17.00 padre André, brasiliano, con padre Alberico, marchigiano, ci vengono a prelevare per una visita nei quartieri dove la loro missione è più attiva. Un oratorio adiacente una scuola ed una piccola parrocchia in un barrio molto disagiato. Il loro compito è quello di sostenere i bambini e le loro famiglie in tutti i modi possibili: forniscono loro del vestiario, cibo, giocattoli ed hanno anche un programma di doposcuola. Tutto questo è gratuito. Addirittura i sacerdoti aiutano anche famiglie di diverse confessioni: in Argentina bastano 40 firme per aprire una chiesa ed è così che nascono religioni dal nome fantasioso gestite da individui senza scrupoli.

Alberico ed André hanno una lunga esperienza nel “settore”, conoscono bene la Patagonia ed hanno operato in uno spazio compreso dalle Ande all’Oceano realizzando diverse opere come scuole, ospedali e chiese.
Con le loro auto scassatissime si muovono tra le strade non asfaltate della periferia di Puerto Madryn illustrandoci le criticità del territorio. Qui vivono molti immigrati arrivati con la speranza di una vita migliore. Il gas e petrolio danno molto lavoro, lo stesso l’agricoltura, ma le non buone condizioni economiche del paese non danno garanzie per il futuro. Impossibile risparmiare, la moneta locale è sottoposta a continua svalutazione. Impossibile mettere da parte i dollari, le banche poi non te li restituiscono e tenerli a casa non è sicuro. Insomma, molto spesso non si sa che fare e si campa un po’ alla giornata.

A cena siamo ospiti di una comunità di tossicodipendenti, Giovanni XXIII, dove un ragazzo di Torino cerca di aiutare altri giovani ad uscire dal mondo della droga. Un lavoro molto impegnativo ma anche molto gratificante ci racconta, ogni persona che esce da questa comunità è per lui un successo. La sua attività è sostenuta dalle donazioni dei residenti ed in parte dalla chiesa cattolica.

A tavola si parla ancora di terre contese e così viene fuori ancora una volta quella famiglia italiana che ha comprato una grande proprietà dalla corona inglese. All’interno del territorio vivevano però delle comunità indigene che sono state allontanate e tutt’ora la controversia è in atto. Nella parte nord invece un’altra azienda molto nota per la fabbricazione dei jeans ha acquistato dei terreni che comprendevano anche alcune lagune che davano da bere agli animali al pascolo. Questa azienda ha pensato di bene di chiudere le vie d’accesso a questi specchi d’acqua lasciando a secco migliaia di capi di bestiame.