Africa_2018_Motoforpeace
©Carmine Rubicco, 2018

Dall’Ambasciatore Italiano

Si suda talmente tanto che si scivola dal materassino al pavimento e viceversa. Solo al mattino si respira un po’, ma per poco tempo. Oggi è giorno di ripristino mezzi e c’è tanto da fare. La moto di Celes, di Luis, di Alessio, di Davide, la mia, i due Iveco…. Marco non sa a chi dare i resti.

Un aiuto viene dall’esterno, un motoclub locale si offre di riparare le moto dei due spagnoli, danneggiate abbastanza seriamente. Quindi ci si può dedicare ai furgoni, ma su questi si può fare poco: abs non funziona e la valvola EGR sfiata, le sospensioni di ricambio non le abbiamo trovate e non ci rimane che fare un serraggio generale e controllare i livelli.

La mia moto invece ha una perdita d’olio dal bulbo pressione ed intervenire non è difficile: si toglie l’olio motore, si smonta il dado, si fissa del pic e si rimette tutto come era, la perdita sembra scomparsa. I movimenti però sono lenti, l’umidità ti taglia le gambe ed ogni scusa è buona per fare una sosta.

Si pranza con dei panini al prosciutto e salame, almeno questo c’era scritto sulla confezione, e dopo un riposino pomeridiano riprendiamo le attività. Nessuno ha voglia di fare nulla, anche muoversi soltanto diventa un lavoro.

Alle 19.00 usciamo in gruppo, moto più furgone, per recarci presso la residenza dell’Ambasciatore italiano che ha organizzato per noi un party di benvenuto.

L’edificio si trova nella zona diplomatica della città, supervigilata da guardie e tante telecamere.

Le strade qui intorno sono tagliate dai bamp per limitare la velocità e quindi evitare atti criminosi. Il ricevimento è in giardino e con un menù prettamente italiano ci sentiamo a casa.