MotoForPeace in Messico 2016
©MotoForPeace | Barbara Beltramello

30 Marzo 2016

Altra notte insonne nell’hotel “fungaia”, sveglia all’alba e partenza, oggi si entra in Messico!

Ci attende una vecchia jeep con due colleghi che hanno il compito di metterci sulla direttrice per Corazol, frontiera messicana. La strada non è malvagia, se non fosse per i numerosissimi bump che ci fanno scendere la media a neanche 50 km/h. Anche qui si susseguono i villaggi lungo la carreggiata, tutto è malandato e le case, almeno la metà, sono talmente messe male da sembrare abbandonate e solo quando ci sei a due metri ti rendi invece conto che li, invece, ci vive qualcuno.

Percorriamo circa 100 km senza problemi ma al cambio di staffetta Deborah, che guida il Daily 3000, mi informa che si è accesa una spia. Non è una bella notizia, controlliamo è la spia del radiatore, manca l’acqua. Dove sarà andata??? È un problema, ma al momento rabbocchiamo e tiriamo avanti. Non facciamo nemmeno 100 metri che la moto di Norbert è ferma ancora, noie all’alimentazione. Probabilmente il carburatore non riceve in modo corretto la benzina e vai a sapere perché, abbiamo smontato tutto più volte. Proviamo a riempire il serbatoio e la moto riparte, ma fino alla frontiera con il Messico sono numerose le soste che dovremo fare sia per rabboccare acqua al Daily che per la Transalp del nostro caro amico tedesco.

Frontiera in uscita del Belize, neanche un ora tra immigrazione e dogana, ed eccoci in Messico. La frontiera è superprotetta da muri di cinta altissimi, filo spinato e telecamere ovunque. Gli Stati Uniti Messicani hanno una imponente protezione del loro confine mai visto fin’ora.

Lasciamo le moto fuori la palazzina dell’immigrazione, facciamo il visto di entrata. Impieghiamo un pochino, c’è altra gente in coda. Passiamo ora alla dogana per il permesso temporaneo di importazione dei mezzi e qui abbiamo una sorpresa, un’altra sorpresa: il regolamento doganale prevede che i veicoli possono essere guidati solo dai proprietari o loro parenti diretti, moglie marito e figli. Noi per uno dei due Daily abbiamo un regolare comodato registrato e tradotto in inglese dal Tribunale (stessa storia poi risolta in Costa Rica) ma qui non vale. La legge americana, ci spiegano, non riconosce questo tipo di atti redatti in Europa. Anche Celestino, che guida la moto di Veronica con regolare atto notarile non può entrare. Ed ora?????

Allo sportello della dogana ci sono due ragazze, una delle quali potrebbe sicuramente vincere il concorso di Miss Simpatia. Continua a ripetere con tono monocorda “ a qui no, a qui no, a qui no”!!

Siamo presi dal panico. Non riesco a credere che atti notarili ufficiali vengano rifiutati in questo modo, non ha senso. Ci invitano a contattare il comandante della dogana e noi andiamo nel suo ufficio senza perdere un minuto. Si chiama Simon, è gentile da subito e da subito cerca di risolvere il problema, ma non è semplice. Spieghiamo chi siamo e perché siamo li. Facciamo vedere i nostri documenti, lui li legge e li rilegge, poi si alza e viene con noi allo sportello della dogana. Miss Simpatia, nonostante Simon sia il suo capo, non retrocede dal suo “ a qui no, a qui no, a qui no”. Inizia una trattativa all’ultimo “a qui no” e Simon che sembra aver capito la situazione drammatica in cui ci troviamo, chiama l’ufficio centrale della dogana. Spiega alla sua interlocutrice il problema, le cose sembrano mettersi bene. Noi tra l’altro abbiamo anche la sfortuna di non aver nessun contatto Interpol ad attenderci, si sono dimenticati di noi.

Altre telefonate di Simon ed alla fine, e dopo circa 4 ore fermi ad attendere, arriva dal Ministero una autorizzazione speciale per poter transitare in Messico, ma per un periodo massimo di giorni 15. A noi bastano ed avanzano, esultiamo per il successo e ci prepariamo a partire.

Accendiamo i nostri TomTom, da qui in poi abbiamo la copertura totale e puntiamo alla volta di Playa del Carmen. La strada è una bomba, una superstrada spesso a due corsie interrotta solo dai pericolosissimi bump e dagli stopo dettati dalla moto di Norbert. Il Daily ora consuma meno acqua, abbiamo spento l’aria condizionata, ma la vecchia Transalp 650 da guai ogni dieci minuti, consuma come una Ferrari e singhiozza di continuo. Ci fermiamo ancora una volta. Norbert ha comprato la moto e l’ha spedita a Roma, purtroppo non ha eseguito nessun controllo particolare sul mezzo, forse ha creduto in buona fede a quello che gli aveva assicurato il concessionario. La colonna riparte ma ora è la moto di Marco che non va, il KTM: sicuramente è la pompa benzina, ma non tentiamo neanche la riparazione, la carichiamo sul Daily e ripartiamo. Recuperiamo il tempo perso, il trasferimento verso Playa è agevole. Inizia la riviera Maya, quella turistica con grandissimi alberghi e resort ovunque. Le navi da crociera sono ovunque, tanto che dalla terraferma danno l’impressione di essere tanti condomini galleggianti.

Norbert ci da qualche altra piccola noia ma arriviamo nei tempi giusti al nostro hotel, il Sahara, a due passi dalla spiaggia e gestito da un nostro connazionale. La sistemazione è ottima, forse la migliore vista fino ad oggi seconda sola a Panama.