Visita alla CN Tower.
Lino ed Anthony ci fanno quest’altro meraviglioso regalo.
La torre di Toronto è alta circa 550 metri ed è un punto di osservazione strepitoso. Una panoramica a 360° tra i due laghi ed alla città intera. L’aria è pulita e riesco a vedere i 5 edifici più alti di Niagara che sono esattamente dall’altra parte dell’Ontario. Da qui si può ammirare l’estensione di Toronto, che, con i suoi 6 milioni di abitanti, è la città più popolosa del Canada.
In 45 secondi di ascensore, siamo di nuovo al piano strada e con i nostri colleghi canadesi visitiamo alcuni dei punti più belli della città e del lago per fare alcune foto.
Pranzo nella Little Italy, ora invasa in parte dai cinesi, e a dire il vero la carbonara sapeva poco di carbonara, magari lo chef ha avuto una giornata no. Lino mi racconta ancora degli italiani immigrati: sempre discriminati e spesso maltrattati. Prima, a Toronto, i quartieri degli italiani erano divisi in base alla regione di provenienza e quindi avevamo il quartiere siciliano, calabrese, napoletano e così via. Poi si sono riuniti e, come dicevo, l’unità fa la forza.
Poi mi confessa una cosa che mi lascia perplesso e cioè che questa condizione di disparità è sopravvissuta fino ai primi anni 80 ed uno dei fattori che ha contribuito a cancellarla è stata la vittoria della nazionale italiana ai mondiali dell’82. Questo naturalmente è il suo punto di vista, il punto di vista di un italiano immigrato che ha lavorato per più di 30 anni nella polizia di Toronto. Un altro aneddoto, sempre di Lino riguarda il suo compagno di lavoro, un inglese con cui ha lavorato per molto tempo: quando è andato in pensione, prima di lasciare il servizio gli dice “sai Lino, lavorare con te mi ha fatto cambiare opinione sugli italiani”. Questo si chiama pregiudizio, quella cosa che ancora oggi condiziona il nostro modo di vivere e le nostre scelte.
Conosciamo il nipote del primo italiano immigrato in Canada; si chiama Lenny e lavora in una radio privata che trasmette programmi per italiani: suo nonno è arrivato a Toronto nel 1897, un primato difficile da battere. Anche lui mi racconta dei molteplici sacrifici che ha dovuto affrontare in passato “ma ora è tutto diverso, il Canada cosmopolita oggi ha un altro modo di pensare” o forse, dico io, altre persone che pensano.
Torniamo in hotel, dopo un lungo giro in tangenziale. Ci attende un pomeriggio di relax… domani sarà una giornata impegnativa.