MotoForPeace con Polizia del trafico di Toronto
©MotoForPeace | Barbara Beltramello

28 Aprile 2016

Al mattino ci rechiamo di buon’ora presso il distretto di polizia, dove sono parcheggiati i nostri mezzi, per portare un saluto al comandante della struttura.

Entriamo nell’edificio e riceviamo dai colleghi presenti più “ciao” che “good morning”. La presenza di italiani anche nelle forze di polizia è molto forte ed essere qui ora equivale praticamente ad essere in un commissariato di Roma. Incontriamo la responsabile, a cui lasciamo un nostro presente ed in moto ci portiamo presso il comando della polizia del traffico. Qui siamo attesi da moltissimi colleghi ed anche qui si ripete la storia dei “ciao”: il vice comandante è italiano, i sergenti italiani etc etc. Siamo nella sala conferenze ed abbiamo la possibilità di proiettare il nostro video. Piace, piace l’idea, piace l’iniziativa 2016, piace il modo in cui interpretiamo questo nuovo modo di viaggiare, conoscere ed aiutare. Abbiamo già delle nuove adesioni, i canadesi hanno un senso molto pratico delle cose.

Usciamo nel piazzale della caserma per la foto ricordo e poi veniamo scortati presso una banchina del lago Ontario dove, con grande sorpresa, troviamo l’intero battaglione motociclista ad attenderci per una foto ricordo veramente originale: loro sono più di 30 e dall’alto, con l’aiuto di una gru, il fotografo immortala il momento, stupendo!!

È l’ora del panino e non c’è nulla di meglio che il mercato rionale dove è anche possibile mangiare qualcosa prima di recarci ad un appuntamento molto importante: l’inaugurazione di un monumento ai caduti italiani sul lavoro presso il centro di cultura italiano. È un momento importante per tutta la comunità che qui ha contribuito, in modo significativo, allo sviluppo della regione. Come ho avuto modo di dire più volte la comunità italiana in questo paese occupa posti di rilievo e sono molto rispettati. Mi dicono che in passato hanno dovuto subire momenti difficili, specialmente subito dopo la seconda guerra, ma poi hanno fatto ricredere i più scettici ed ora rivestono ruoli ed incarichi di prim’ordine.

I caduti italiani sono circa mille, sono presenti molti dei loro parenti, il momento è toccante: viene intonato l’inno nazionale e quando viene scoperta la scultura commemorativa in molti non riescono a trattenere le lacrime.

Rientriamo in hotel attraversando gran parte della città, tolti i grattacieli del centro possiamo ammirare file interminabili di villette a schiera, uniformi per ogni quartiere, ordinate con giardini impeccabili nonostante per loro non sia ancora la stagione migliore.

Torniamo in hotel nel tardo pomeriggio, parola d’ordine: riposare.