27 settembre 2014

Mehmet ha la nomina ma i russatori della nottata sono Celestino e Marco. Vola qualche cuscino da una branda all’altra ma serve soltanto per interrompere il concerto momentaneamente L.

La colazione la prendiamo nella cucina dell’ostello, il cibo è il nostro ma almeno per una volta stiamo seduti in un ambiente confortevole.

L’appuntamento con Maria è alle 11.00, con lei faremo una passeggiata in città. Ci incamminiamo verso il centro e cammina cammina, per almeno due ore, visitiamo la piazza principale, dove c’è il museo della storia costruito dai prigionieri russi durante l’era sovietica, il monumento ad un eroe nazionale di qualche secolo fa (che non si sa però se sia vissuto veramente) e la bandiera più grande dell’Asia Centrale vigilata giorno e notte da due militari sull’attenti. Poco più avanti la casa bianca, cioè gli uffici del governo ed un singolare monumento: un muro bianco, che rappresenta la parte buona del paese e poi un pezzo di muro nero, più piccolo ed inclinato, spinto da tre personaggi che ovviamente raffigura la parte cattiva del Kirghizistan, che viene così spinta e buttata giù. Ancora qualche passo e c’è l’edificio della Pace tra i Popoli ed una grande fabbrica ricondizionata ad uffici: durante l’ex URSS era adibita alla lavorazione di stoffe. Prima del ’91 qui il lavoro non mancava per nessuno, il colosso dell’Unione garantiva lavoro, studio, casa, ma veramente molto limitate erano la libertà di espressione e di arte. Questo ci raccontava ieri sera un collega a cena parlando delle differenze tra il vecchio ed il nuovo.

Pranzo in un locale tipico molto economico, 3,50 euro per persona, e con dei taxi, al costo di 2 euro, torniamo in ostello dopo aver fatto un veloce giro al centro commerciale: qui i prezzi sono molto bassi, non hanno tasse doganali per importazione da Cina e paesi limitrofi e questo incide sul prezzo.

Bishkek non appare però una città molto sviluppata: a differenza di Almaty sembra vecchia e stanca, con marciapiedi divelti ed edifici che mostrano i segni del tempo. La manutenzione scarseggia per tutto quello che ci circonda ed il tenore di vita credo sia molto basso. Un poliziotto guadagna circa 200 dollari al mese, la benzina costa circa 0,60 euro, la vita qui non si può dire sia proprio facile. Questo aumenta naturalmente la corruzione, mi raccontano, una delle piaghe più tristi del moderno Kirghizistan.

Le moto di Jordi e Francesco, che erano state prese ieri per la riparazione ai paraoli delle forcelle, ancora non sono rientrate. Abbiamo il meccanico nel parcheggio dell’ostello che sta controllando anche la BMW di Mehmet per quella perdita alla pompa freni e guarnizione coperchio punterie. Problemi non seri ma che è meglio risolvere, mancano ancora 5000 km al traguardo.

In più di qualcuno non ce la sentiamo di accettare il nuovo invito del moto club locale per un giro fuori città, dopo la camminata di oggi preferiamo riposare e dedicarci alla sistemazione del bagaglio, domani sarà una giornata molto importante e faticosa: 500 km per arrivare a Torugart Port a quasi 4000 mslm, frontiera di ingresso in Cina (con lunghi tempi di attesa) e poi altri 150 per la città di Korghas. Non so se riusciremo a fare tutto ma ci proveremo.