È andata bene. Mi sono svegliato prestino ma ho fatto tutta una tirata. C’è un bel sole ed alle 8.00 siamo pronti ad uscire. La moto di Francesco è stata riparata ieri, è riuscito a trovare la sua catena ma abbiamo sempre il problema dei paraoli che perdono su altre due Transalp. Andrea ieri ha dovuto riparare la foratura della gomma anteriore della sua moto e Bert ha finalmente sostituto entrambi i copertoni.
Per Bishkek solo 200 km circa ma il pensiero è sempre lo stesso: “la Dogana”. Nel 2002 mi tennero in frontiera quasi 7 ore, vediamo oggi cosa succede. L’asfalto è ottimo, caratterizzato da lunghi tratti a 4 corsie e rettilinei infiniti. Andiamo verso ovest paralleli a dei gruppi montuosi per poi virare a sud come questi si ammorbidiscono. Subito davanti ai nostri occhi si spalanca una catena montuosa eccezionale dai picchi altissimi e cime innevate, è da qui che inizia la dorsale che a sud prenderà il nome dell’Himalaya.
Qui il paesaggio è meno arido, campi coltivati e boschi ambo i lati della strada, ma poi si comincia a salire fino ai 1200 m e tutto cambia ancora, niente più boschi, solo collinette pelate dal colore marrone bruciato. Continuano i lunghissimi rettilinei con un saliscendi cadenzato fino ad arrivare a Korday, la città al confine con il Kirghizistan.
Sosta rifornimento e piccola pausa, siamo a pochissimo dalla frontiera e non sono ancora le 11. Nina oggi non guida, ho preferito farle vedere come funziona il gruppo prima di farle prendere la V Strom. Siamo tornati in estate, siamo a più di 35° e dobbiamo toglierci tutto l’abbigliamento superfluo.
Pochi kilometri e siamo in dogana ed inizia la tarantella. Ci sbattono da un tipo all’altro, ci danno pezzettini di carta con dei numeri o una firma sopra ed alla fine ci chiedono una cosa assurda: andate fuori dalla zona doganale e andate a fare le fotocopie di passaporto, dichiarazione doganale rilasciata in Bielorussia e carta di circolazione dei mezzi. Mai capitato fino ad ora in oltre 70 paesi visitati. Non abbiamo scelta e ci accalchiamo dentro l’unica bottega che ha una fotocopiatrice. Il negozio è grande come uno stanzino di pochi metri e all’interno sulla stessa scrivania due tizi giocano e carte ed un terzo fa le fotocopie. Altri due giocano al videopoker e tutti fumano. Che bellezza!! Quasi 2 euro per persona e con i fogli in mano torniamo all’attacco: ora c’è prima uno sportello, dove sostiamo 10 minuti, poi un altro, altri 10 minuti, poi col “pizzino” firmato vai da un altro ancora che ti mette un altro timbro ed alla fine esci, dopo che un quarto ti ha rovistato nei bauletti a caccia di pistole. Altri 10 minuti per capire il funzionamento del meccanismo inaudito e dopo aver consegnato pizzino e passaporto al poliziotto che rimuove la banda chiodata a terra puoi uscire dal Kazakhstan.
Pochi metri ed ecco il Kirghizistan. Troviamo qui la console onoraria di nome Maria, origine russa ma nata e vissuta a Bishkek, che ci attende con polizia e uomini Interpol. L’ingresso nel paese è agevole, non è richiesto alcun visto e nessuna particolare dichiarazione. Anche qui troviamo stampa e TV e con la polizia che apre il corteo, insieme ad un nugolo di motociclisti di un famoso moto club locale. A 30 all’ora entriamo in città e andiamo dritti all’ostello che hanno prenotato per noi. A dire il vero attraverso l’Ambasciatore di Spagna avevamo trovato sistemazione presso una colonia estiva ma il Ministero dell’Interno ci ha sconsigliato: troppo fuori dal centro, impossibile garantire la sicurezza e poi si trova nelle vicinanze della residenza del Presidente della Repubblica e quindi era necessaria una autorizzazione per percorrere quel tratto di strada. In ogni modo qui è molto carino, camerata da 14 + 6 al costo di 15 dollari per le due notti. Meglio di così?
Abbiamo pochi minuti per cambiarci e presentarci in uniforme all’incontro presso il Quartier Generale di Polizia. Il meeting è alla presenza del Capo Interpol, persona cordialissima e dai modi gentili. Introduzione, visione del video promo, ringraziamento e foto di rito, queste sono state le fasi principali della riunione.
Di nuovo in hotel per cambiarci ancora una volta ed intervenire alla cena organizzata dal Comando di Polizia: in minibus attraversiamo la città ed il ristorante è in una tipica yurta (una riproduzione), la tenda nomade utilizzata in una larga area asiatica da pastori ed allevatori. La tavola predisposta è di una magnificenza incredibile, con tutti cibi tipici kirghisi che vanno dalla frutta alla verdura alle carni al pesce.
La serata conclude con una piccola riunione nella nostra camera a 16 letti a castello dove dialoghiamo di come rendere migliore l’immagine di MfP che diffondiamo attraverso il sito web e la radio.