giornalista di Panama intervista Celestino di MotoForPeace
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20 Marzo 2016

Abbiamo le ossa rotte. Il caldo e la sistemazione di fortuna ci hanno massacrato. Non abbiamo più l’età per certe cose!!!! Anni fa si partiva facendo attenzione ad avere con se solo l’indispensabile, ora tutto è cambiato: fasce elastiche, gastro protettori, etti di OKI, pasticche per la pressione e cosi via, ed una notte come questa si sente eccome.

Partiamo all’alba, rotta per il Costa Rica. Il viaggio prosegue senza intoppi, ma il caldo e umidità ci uccidono. Per fortuna la strada è ottima, poco traffico. Soste per i rifornimenti ed ecco Paso Canoas. Folla da stadio all’immigrazione ma tra spintoni e raccomandazioni ci facciamo largo. Ricomincia il valzer delle firme e timbri e delle fotocopie. Usciamo da Panama relativamente presto ma è in Costa Rica che ci sarà da divertirsi, e molto.

Primo step e l’immigrazione che liquidiamo in un attimo. Ora c’è da curare l’ingresso dei mezzi, e qui ci sarà da impazzire. Il doganiere è un tizio tozzo, scuro di carnagione e con delle lunghe basette che si uniscono ai baffi. Busso ed entro nella stanza a vetro, dentro fa freddissimo c’è il condizionatore a palla. Lui è subito scortese, mi guarda e mi sussurra delle parole in lingua che non capisco, ma non devono essere complimenti viste le risate a crepapelle del suo collega d’ufficio. Mi lancia un modulo da riempire e mi caccia in malo modo dalla stanza. Mi accorgo che il motivo del suo comportamento potrebbe essere la partita di calcio che sta andando in onda sulla sua TV, forse lo ho disturbato. Lo stesso trattamento lo riserva a tutto il gruppo, e sapendo bene il potere che può avere costui siamo costretti a subire e stare zitti. Facciamo le cose richieste dal modulo, quindi fotocopie, fotocopie e ancora fotocopie di tutti i nostri documenti. Sono circa le 20 e trovare una fotocopiatrice in funzione in questo posto dimenticato dal cielo è una impresa.

In 4 torniamo dal simpatico doganiere, sperando che la partita sia terminata. Lo troviamo leggermente più disponibile ma ora c’è da rifare la fila. Arriva il nostro turno, io faccio velocemente ma Alessandro ha il problema con il nostro Daily: allora io ho un comodato d’uso a nome della Onlus, e mio come legale rappresentante, regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate, documento in originale e traduzione giurata in inglese dal tribunale di Bolzano (lo abbiamo fatto per tutte le evenienze), eppure il simpatico doganiere non mi autorizza l’ingresso perché vuole una delega dal notaio/avvocato che io autorizzo Alessandro a poter guidare il mezzo. Non capisco la cosa, io sono presente, Alessandro è con me, di quale delega parla? Nulla da fare, è irremovibile, non si passa. Chiedo chiarimenti, insisto: io sono presente, io sono il legale rappresentante, di quale avvocato abbiamo bisogno? Siamo qui, in frontiera entrambi. Nulla, lui ride e mi tira i fogli e documenti a terra e fa sedere un’altra persona. Faccio uno sforzo incredibile per trattenermi, ed esco dal suo congelatore sbattendo la porta. A Celestino non va certo meglio, la moto è intestata a Veronica e lui ha solo una delega sottoscritta con documento allegato, ed anche lui dovrà andare dall’avvocato. Siamo costretti a fermarci in frontiere per trascorrere la notte, non abbiamo alternativa, domani vedremo il da farsi.

L’hotel è proprio di fronte la dogana, si dorme con 10 dollari a notte, ma non ne meritava neanche 5. Un ventilatore a rinfrescare un altoforno e neanche un chiodo al muro per appendere la giacca. Mi sistemo con Celestino in un lettino da una piazza e mezzo, che esperienza!!! Caldo e zanzare fanno da cornice al russare di Celes, una notte indimenticabile!!!! Neanche ceno, solo un mezzo panino che mi porta pietosamente Anu, ho un mal di testa pazzesco da tre giorni.