Lasciamo il parcheggio dell’hotel alle 7, il cielo è completamente nero e ci accompagna una fastidiosa “gnagnarella”. Torniamo a salire sulla Interstate 10 est che ci porterà fino a destinazione.
L’autostrada è noiosa ma veloce ed in questo orario anche deserta. Attraversiamo il lago Pontchartrain, è uno scenario formidabile, non si vedono le sponde talmente è grande e viaggiamo sospesi per km sopra un ponte. Dalla Louisiana passiamo al Mississippi e poi all’Alabama. Il paesaggio rimane però invariato, l’autostrada taglia di continuo boschi e ancora boschi, intervallati soltanto dalle periferie di alcune cittadine. Mi incuriosiscono i cartelloni promozionali ai margini della carreggiata perché spessissimo pubblicizzano studi di avvocati, e citano così: sei stato arrestato? vuoi denunciare? ti hanno denunciato? ti occorre un perito? chiamaci!!! sul tabellone sono impresse le facce degli avvocati che ti sparano un bel sorriso. La cosa che mi sorprende che non ve ne sono uno o due ma decine e decine. Poi ci sono le pubblicità dei predicatori che ti invitano a frequentare la loro chiesa in nome di Dio etc etc. Very interesting, direbbe il nostro amico Mehmet.
Ricky suggerisce una deviazione e cioè di lasciare l’autostrada e transitare sulla litoranea all’altezza di Panama City e Pensacola, siamo in Florida. Quel tratto di mare è meraviglioso, le spiagge sono di un bianco candido e ci fermiamo a pranzo a Seaside, il villaggio dove è stato girato il film The Truman Show. In questa comunità sembra tutto perfetto, tutto armonico, tutto al suo posto. Impieghiamo un bel po’ a parcheggiare le moto, la piazzetta principale è affollatissima e per pranzo ci dividiamo tra i locali che si affacciano sulla spiaggia. Soffia una gradevole brezza e le acque scure del Golfo del Messico sono abbastanza agitate. Dopo pranzo diamo un’occhiata al borsino degli appartamenti: una monocamera costa 2 milioni di dollari, una casetta a due piani in legno (in stile i tre porcellini), costa 12 milioni di dollari. Vero che il posto è meravigliosa ma mi sembra un tantino esagerato.
Dobbiamo percorrere ancora 400 km per Lake City e sono già le 4 del pomeriggio. Questa deviazione ci è costata circa 60 km ma ne valeva davvero la pena. Sempre sulla Interstate 10 proseguiamo verso est. Scatta un ora avanti la lancetta dell’orologio, il fuso orario si sposta con noi. Da quando siamo partiti le lancette sono andate avanti ed indietro più volte e continueranno a farlo fino a New York.
Entriamo nel parcheggio dell’hotel alle 22,00, oggi è stato una bella galoppata di 830 km e Gino ci premia con uno special spaghetto.