MotoForPeace al FCA Detroit 2016
©MotoForPeace | Barbara Beltramello

25 Aprile 2016

Una data importante e fondamentale per l’Italia. Noi decidiamo di festeggiarlo indossando le nostre uniformi ed andando in visita ad uno dei gioielli industriali per cui il nostro paese è orgoglioso: lo stabilimento FIAT Chrysler di Detroit.

Gualberto è la nostra guida, mezz’ora di strada e siamo nell’enorme fabbrica che ospita circa 14.000 tra impiegati ed operai. Una superficie spaziale ed un edificio secondo per grandezza, qui negli Stati Uniti, solo al Pentagono.

La presentazione di FCA avviene nella sala conferenze, presente anche la Console italiana. Ci viene spiegata la filosofia del Gruppo e come sono organizzate le varie fasi di lavorazione, i risultati di produzione e la commercializzazione del prodotto nel mondo. Vengono illustrate anche le innovazioni apportare da FIAT, che hanno puntato soprattutto sulla qualità del prodotto.

Con delle vetture elettriche giriamo per la linea di montaggio dove vengono assemblate la Jeep Grand Cherokee e Dodge Durango, modelli di punta dell’azienda. È affascinante seguire passo passo i vari passaggi di produzione, in 37 ore viene creata l’automobile attraverso il lavoro di uomini, donne e robot. Carrellini smart, cioè senza guida, portano ricambi in tutti i reparti, tutto è automatizzato anche se il contributo umano rimane fondamentale.

Dopo il pranzo cambiamo sezione ed entriamo nel zona laboratori dove avviene la progettazione e la prova dei mezzi. Galleria del vento, studio delle sospensioni e della resistenza dei componenti, progettazione delle nuove linee e tanto altro. Per ultimo visitiamo il museo delle auto Chrysler e Dodge: un salto nel passato che ha dell’incredibile! In questo salone vive ancora il fascino delle auto americane, lunghissime e larghissime, dai vivissimi colori pastello.

Rientriamo in hotel dopo un breve giro per i quartieri più famosi del centro: Gualberto ci racconta la storia di questa città, che nel ’76 ha avuto importanti scontri razziali, dopodiché la comunità bianca si è spostata a nord della città. Nel centro sono rimasti decine di palazzoni vuoti, che oggi sono fatiscenti e che la nuova amministrazione, dopo il default di qualche anno fa, sta cercando di recuperare. La storia ed il presente di questa città sono abbastanza tormentati, ma tutti credono e sperano in un futuro migliore, diverso.

Cena texana senza fare troppo tardi, domani sarà un’altra giornata importante: entreremo in Canada.