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Si sale in quota e mi viene in mente il Tibet

Partiamo presto e subito ci rendiamo conto di quanto sarà difficile attraversare il paese. Non più caldo ma le strade tortuose si arrampicano subito ai 4000 metri ed i mezzi soffrono, tanto, specialmente uno dei Daily e le moto a carburatori.

Le vallate, le catene montuose, gli enormi letti dei fiumi ci ricordano il Tibet anche se con proporzioni leggermente inferiori. I villaggi che attraversiamo sono molto poveri, qui si campa lavorando la terra ed allevando bestiame. No linea telefonica, no wi-fi e molto spesso no luce. Nelle varie soste per rifornimenti e pranzo abbiamo la possibilità di scambiare due parole con i locali, quasi sempre molto diffidenti.

Altro problema è proprio il rifornimento: lo straniero la benzina la paga 8,80 dei loro denari, e se pensate che il dollaro è a 6,80 viene fuori un bel prezzo, contro 3,86 che paga il locale.

Andiamo via rapidi ma la media oraria è molto bassa. Potosi, una città mineraria che somiglia ad un girone dantesco. Non la saprei descrivere, posta a 4.400 metri è irreale. Strane formazioni rocciose da dove estraggono i metalli circondano la città ed al centro case costruite a casaccio quasi una sull’altra.

La tappa finale è Uyuni, la strada migliora ma siamo sempre alti, troppo per il Daily che va su a singhiozzo. Tramonto meraviglioso ma siamo ancora a 80 km dall’arrivo. Decidiamo di continuare, l’asfalto è ottimo ed incolonnati illuminiamo a giorno l’intera carreggiata.

Ultimo casello prima di Uyuni e siamo in hotel, siamo stanchi parecchio.