Africa_2018_Motoforpeace
©Carmine Rubicco, 2018

Cultura locale e novità su Luis

La cena di ieri sera, ospiti il Vescovo e Padre Serafin, è stata molto interessante. Ci hanno illustrato i problemi delle varie confessioni religiose ed alcuni aspetti della religione tradizionale.

Ho trovato molte similitudini con la “religione” che ho conosciuto dell’Africa Subsahariana che ha, a mio giudizio, degli aspetti inquietanti. Al di sotto la fascia del Sahara esiste il fenomeno delle “mangiatrici di anime”: quando accade una disgrazia in famiglia si cerca sempre chi è la responsabile e spesso lo stregone di turno individua la causa nella donna “più anziana” del nucleo famigliare che viene immediatamente allontanata dalla tribù e molto spesso lasciata morire nel bush. Infatti per la religione tradizionale una disgrazia, di qualunque tipo, ha sempre una responsabile.

In questa regione la cosa è un po’ diversa: il “curandero” o “profeta” quando viene chiamato ad analizzare una sventura, dopo una attenta valutazione dei luoghi e delle cose individua anche lui “la strega” e cioè chi ha la responsabilità dell’evento.

La risoluzione del caso può avere a volte degli aspetti molto cruenti: è capitato che la strega viene messa a contatto con acqua bollente (se la pelle della parte esposta viene danneggiata vuol dire che “è una strega”) oppure costretta a bagnarsi in un rio dove c’è un coccodrillo (se il coccodrillo la mangia “è una strega”).

Questa mattina alcuni compagni hanno deciso di partecipare ad una processione religiosa organizzata dal Vescovo, maggio infatti è il mese Mariano e sono molte le celebrazioni in favore della Madonna.

Io resto in Diocesi ed a metà mattina mi reco in ospedale da Luis. Lo trovo in buone condizioni ma la notizia migliore è quella che è stata scongiurata la forma più seria della malaria. Si ride e si scherza per più di un ora, la terapia ha iniziato a fare il suo effetto.

All’ora di pranzo veniamo raggiunti da tutto il team e rientriamo insieme alla diocesi per il pranzo.

Il pomeriggio cerchiamo di elaborare il nuovo itinerario che ci condurrà fino a Città del Capo, tenendo conto di tutte le modifiche occorse.

Contatto anche l’Ambasciata di Spagna ad Harare, è corretto informarli della situazione in cui si trova il loro connazionale.

La responsabile dell’Ufficio Consolare chiede di mettersi subito in contatto con Luis e dopo una lunga conversazione lo convince a far rientro a Barcellona come verrà dimesso dall’ospedale.

La Console informa Luis che la malaria è una cosa molto seria e la fase successiva alla guarigione deve essere monitorata con attenzione e quindi sconsiglia la prosecuzione del viaggio con il team.

Prendiamo coscienza della situazione e per questo siamo tutti molto dispiaciuti, fino all’ultimo abbiamo sperato di terminare il viaggio in compagnia del nostro amico, ma la salute viene prima di ogni cosa.

Luis verrà assistito dal Vescovo e da Padre Serafin ed il Consolato si occuperà di tutti gli aspetti tecnici inerenti al rimpatrio.

Alla luce di quanto sopra lunedì mattina partiremo alla volta della Missione di Fatima, 200 km a sud est di Hwange per poi entrare in Botswana e riprendere l’itinerario originale.

Ultima sistemazione del carico, pulizia accurata dei mezzi e messa a punto delle moto, ci separano da Cape Town circa 2500 km ma c’è ancora molto lavoro da fare.