Africa_2018_Motoforpeace
©Carmine Rubicco, 2018

Ingresso in Botswana dal fiume Chobe

Oggi è un’altra giornata decisiva, lo sono diventate un po’ tutte. Obiettivo è raggiungere Livingstone in Zambia, da dove potremo riprendere il giro originale. A causa del fuso ci svegliamo però con un ora di ritardo e ci prepariamo precipitosamente.

La strada è in ottime condizioni, ma quello che non si trova è la benzina. Quando stiamo perdendo le speranze dal nulla appare una piccola area di servizio, ma stanno scaricando proprio in quel momento il carburante e perdiamo un’altra ora.

Nell’attesa scambiamo due parole con uno zambiano che deve percorrere proprio la nostra rotta e ne approfittiamo per chiedergli info sulle condizioni dell’asfalto: molto brutto risponde, da quando entri in Zambia fino a Livingstone la peggiore strada del paese, per fare circa 150 km ti ci vogliono, con i furgoni, almeno 6 ore.

La info viene condivisa da un’altra persona presente alla guida di un taxi, e questa notizia rimette in discussione tutti i nostri piani.

Guidiamo per altri 200 km mentre penso ad una soluzione: i nostri mezzi, specialmente i furgoni, non potrebbero affrontare in sicurezza altra strada dissestata, ne abbiamo già abbastanza…

A questo punto si potrebbe entrare in Botswana, pernottare li, e poi raggiungere le cascate dallo Zimbabwe e da qui riprendere l’itinerario originale. Si, meglio non rischiare.

Il team approva il cambio e puntiamo per entrare in Botswana e questo ci farà guadagnare anche qualche ora di luce.
Siamo in frontiera alle 13.00 circa, pratiche doganali molto veloci ed entriamo in Botswana dal fiume Chobe che è anche uno dei parchi naturali più belli al mondo.

Il Chobe ha una luce ed un colore spettacolare, il verde intenso si sposa con il blu acceso dell’acqua. Nei primi kilometri di strada che attraversa il parco vediamo a ridosso del bosco dei licaoni, facoceri e due giraffe, sembra di essere in un documentario.

Raggiungiamo Kasane e ci fermiamo a fare benzina mentre Riccardo va in cerca di un posto dove pernottare.

Nei pressi del distributore passeggiano indisturbati due facoceri, fa un certo effetto vederli ad un metro di distanza.

Controlliamo i furgoni e di problemi non finiscono mai. Il 6 posti è senza cassa filtro, completamente, il barilotto si è staccato dalla sede ed il motore sta aspirando da terra, che tragedia.

Fortunatamente non abbiamo attraversato tratti sabbiosi e come giungiamo nel camping Marco si mette al lavoro per riparare il danno.

Il campeggio dove ci troviamo, distante da dove volevamo accamparci a causa del fiume che è esondato, offre posti tenda, cuccette in piccole stanze o da la possibilità di piantare la tua tenda. Scegliamo le cuccette che sono molto piccole ma confortevoli.

Per cena ci organizziamo una grigliata anche per festeggiare l’obiettivo raggiunto. Da domani, si spera, le cose dovrebbero cambiare in meglio.