Africa_2018_Motoforpeace
©Carmine Rubicco, 2018

Sosta a Kakolo da Padre Kristoff

Partiamo di buon ora con la speranza di giungere presto a Saurimo, penultima tappa prima di arrivare in frontiera. Abbiamo tutti i numeri per arrivare in tempo, ma si comincia male, più di un ora per fare benzina.

Non si riesce mai a fare una tappa tranquilla, c’è sempre un qualcosa o un qualcuno che ci ritarda e complica la giornata. Certo che 570 km su queste strade non sono pochi, ma la polizia ci conferma che non è una cosa impossibile.

I tratti sterrati e le buche non sono tali da rallentare troppo l’andatura, quello che ci frena invece sono i guasti su entrambi gli Iveco. A causa delle buche iniziano ad accendersi tutte le spie e siamo costretti a fermarci più volte per controllare e controllare ancora. Specialmente l’Iveco a 6 posti evidenzia anomalie importanti ma Marco non riesce a comprendere, senza diagnosi, quello che potrebbe essere.

Il caldo e l’umidità non ci danno pace, viaggiamo a 35 gradi ma sembrano il doppio. Sostiamo più volte per bere e controllare i mezzi ed il giorno, troppo breve nell’Africa australe, scorre velocemente.

Siamo a 150 km da Saurimo, ma il sole sta tramontando e non c’è voglia di guidare con il buio. Ci troviamo a Kakolo e siamo nei pressi di una diocesi. Decidiamo di sostare e chiediamo al parroco la possibilità di accamparci nel piazzale antistante la chiesa.

Padre Kristoff, di origine polacca ma che vive in questo territorio da 30 anni, ci accoglie nella sua modestissima casa e ci consente di piazzare le tende sotto il suo portico e la possibilità di utilizzare i servizi.

È molto incuriosito dal progetto che intendiamo realizzare e si trattiene con noi per l’intera serata. Per cena ci raggiungono anche le sorelle che dirigono la scuola annessa alla diocesi e che da la facoltà di studiare a più di 500 bambini.

I racconti di Padre Kristoff e della sorella filippina direttrice dell’istituto sono sconfortanti, hanno una comunità vastissima ma pochissime risorse a disposizione ed è più o meno la stessa storia che si ripete da quando abbiamo messo piede in Africa.